Lhi Mestres

 

Prima peira en cadre,
la seconda al piumb,
la terça a la linhola

Simonin Dal Mestre (Matteodo Simone), classe 1938

 

La prima pietra va posata ad occhio,
la seconda con il filo a piombo,
dalla terza in poi utilizzando la cordicella d'allineamento.

 

PRESENTAZIONE

Lhi Mestres non è solo un Museo.
Non lo è in quanto non vi si trovano, più o meno ordinati, gli oggetti e gli attrezzi propri del tradizionale mestiere dei muratori; muratori così numerosi a Frassino, tanto da aver lasciato la loro impronta ed il loro stile sulle case del paese, ma per aver portato i loro saperi negli altri paesi della Valle Varaita e poi a Parigi, dove gran parte dei nostri emigrati sono finiti nell'edilizia.

Ci abbiamo pensato ma alla fine abbiamo deciso che non di un ricordo del passato avevamo bisogno, quanto di un luogo utile per interpretare il territorio, per leggere l'evoluzione delle tecniche costruttive; un luogo che ci sia da stimolo per uscire e girare per sentieri e borgate con qualche strumento in più per capire.

Infine non di un museo avevamo bisogno perchè il mestiere del muratore a Frassino è ben vivo e cento anni di emigrazione non hanno impedito che ancor oggi i muratori di Frassino siano in genere apprezzati ben oltre i confini del paese.

Per cui l'allestimento del Centro Culturale non è che la prima pietra di un processo di conoscenza che anno dopo anno saprà  approfondire una tematica così importante dal punto di vista culturale, storico, linguistico, architettonico e, perchè no, economico.

 

LHI MESTRES

Il patrimonio architettonico del territorio di Frassino.

Incastonato tra il monte Ricordone (1764 m) ed il monte Birrone (2131 m), Frassino è un piccolo paese della media Valle Varaita il cui capoluogo è situato alle quote altimetriche più basse (750 m) del territorio comunale.
L'asprezza orografica dei due versanti, l'Adrech (versante solato) e l'Ubac (versante ombroso), rende possibile la coltivazione della terra solamente più in alto, la  dove, a mezza costa, si concentrano le borgate di maggiore dimensione e transitavano le principali vie di comunicazione con il resto della valle e con le valli laterali vicine come quella di Gilba.


"La struttura orografica stessa, accentuando l'opposizione tra i due versanti, rendeva problematica la saldatura fra le diverse componenti territoriali del comune. L'Ubac viveva e vive una dimensione più che altrove autonoma rispetto all'Adrecc. Gli insediamenti abitativi sono costituiti, all'Adrecc […] , da piccoli borghi distribuiti in modo abbastanza equilibrato sulle aree di interesse agricolo. All'Ubac è invece evidente la tendenza ad una maggiore concentrazione,” (1) , i nuclei sono meno numerosi ma di dimensioni più consistenti.


L'agricoltura, più povera in questa zona della valle a causa della conformazione del territorio, ha spinto gli uomini del paese ad affiancare all'attività  di agricoltore-allevatore quella di muratore, che in occitano si dice Mestre (dal latino magistrum), mestiere che in non pochi casi è stato portato fino a Parigi nel grande flusso migratorio del Novecento.


Frassino capoluogo conserva tracce del nucleo più antico nella semplice struttura di un abitato raccolto lungo ad un unico asse viario: l'attuale via Vecchia. Lo sviluppo della via segue l'orientamento Est-Ovest e quindi da  luogo all'opposizione Nord-Sud dei fronti edilizi. "Ciò spiega la diversa veste architettonica dei due lati della via: quello a monte meglio esposto e perciò ricco di ampie facciate aperte su ordini di balconi, quello a valle poco sviluppato in altezza, dimesso nei volumi, qualitativamente inferiore.
Ma è su questo lato che si possono individuare alcuni frammenti di notevole interesse. É il caso di una bella bifora […] e di un portale mensolato di robusta pietra grigia, evidente sopravvivenza di una antica casa-forte, l'unica di cui rimanga tracce nel capoluogo.”(1)
"Dall'Ubac all'Adrecc non mutano sostanzialmente i canoni della locale architettura rurale”. (1)


Percorrendo oggi il territorio ed attraversando gli abitati, lo sguardo si posa sul rigore e sull'eleganza del costruito del singolo edificio e dell'insieme. L'uso di materiali poveri viene esaltato dalla sapiente posa in opera, un'estrema funzionalità  guida la costruzione, un giusto rapporto di scala ed un buon equilibrio viene rispettato nell'edificare.


Emerge un notevole patrimonio architettonico meritevole di attenzione e di comprensione, frutto di scambi transvallivi della sapienza manuale del mestre.


Questo lavoro è stato preceduto da sopralluoghi e da rilievi fotografici e poi sviluppato con un'analisi cartografica e bibliografica della quasi totalità  delle borgate e delle meire appartenenti al territorio comunale di Frassino che, nonostante la modesta estensione, conserva tuttavia un cospicuo numero di insediamenti. In questa fase si evidenziano dodici nuclei (otto sul versante Adrech, quattro sul versante Ubac) che offrono elementi architettonici di notevole interesse e comunque comuni all'edificato di tutto il territorio: la maestosità  dei pilastri quadrati in pietra che scandiscono una facciata, l'eleganza di colonne cilindriche in pietra, le ariose capriate lignee, le balconate e gli ampi loggiati esposti al sole, le corti coperte private, le scale di accesso all'abitativo in lastre di pietra, i forni privati da pane aggettanti dalla muratura, i passaggi coperti comuni, i portali con architrave monolitico, le finestre a monofora.


Questi luoghi potrebbero diventare oggetto di un rispettoso recupero per diventare luoghi di una vita dignitosa

(1) Sergio Ottonelli – “Guida della Valle Varaita”

 

 

 

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